Volume speciale del Journal of Limnology

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Il CNR-ISE, prima noto come Istituto Italiano di Idrobiologia, ha una lunga tradizione di scambi e relazioni scientifiche con ricercatori e studiosi provenienti da tutte le parti del mondo. La rete di contatti nata dalle diverse attività scientifiche ha permesso la partecipazione a progetti internazionali e la collaborazione con i più importanti enti di ricerca a livello mondiale. Grazie a queste attività ed agli scambi intercorsi, l’Istituto ha pubblicato a partire dal 1938 la rivista internazionale Memorie dell'Istituto Italiano di Idrobiologia. Dal 1999 la rivista cambia nome, diventando Journal of Limnology (disponibile gratuitamente on-line) e affermandosi tra le riviste più citate del settore. 

Per celebrare il 75° anniversario della sua fondazione, così come già avvenuto nel 1990 sulle Memorie dell'Istituto Italiano di Idrobiologia in occasione del 50° anniversario, dove si erano presentati i progressi della limnologia, è stato prodotto un volume speciale del Journal of Limnology, dedicato alle nuove tendenze in campo limnologico, ma soprattutto a suggerimenti sui possibili potenziali ampliamenti di orizzonte di questa disciplina, ivi inclusi i nuovi strumenti e le tecniche di misura. Ricercatori internazionalmente affermati sono così stati invitati a scrivere su come i nuovi progressi tecnologici possono aiutare la limnologia, e su come quest’ultima possa aiutare il progresso generale della Scienza.

Il fondamento logico per l'esistenza del volume è che la limnologia, branca dell’ecologia che si occupa dello studio delle acque interne lentiche, è stata importante nello sviluppo di diversi concetti ecologici ed ha ancora molti suggerimenti da offrire. Un tempo considerata parte fondamentale degli studi ecologici, più recentemente ha sperimentato un periodo di parziale disinteresse da parte del mondo scientifico nel tentativo di stare al passo con le tendenze scientifiche del momento. I limnologi delle trascorse generazioni, sono stati fra i più famosi in campo ecologico (tra questi ricordiamo R. Margalef, W.T. Edmonson, G.E. Hutchinson), e la maggior parte dei loro studi sul plancton e sull'eutrofizzazione hanno portato allo sviluppo dell’attuale ecologia tracciando le vie verso nuove prospettive e approcci (si veda per esempio. C.S. Reynolds, R. H. Peters, R.F. Harris).

Giuseppe Ramazzotti GE Hutchinson Ramon Margalef Umberto D'Ancona Friederich Lenz

I progressi scientifici si realizzano in modo complesso, con improvvisi cambiamenti di paradigma, più che come un accumulo lineare e continuato nel tempo di conoscenza e saggezza. Pertanto, l'obiettivo di questo volume è stato di presentare, da un lato, lo stato dell’arte riassumendo i fondamenti di ciò che è stato fatto su diversi aspetti della limnologia, dall'altro lato, si è voluto fornire un aiuto per orientare i futuri cambiamenti della limnologia in generale, invitando scienziati di altre discipline a fornire la loro opinione per descrivere come nuovi strumenti, metodi, tecnologie e paradigmi possano cambiare il modo di lavorare dei limnologi nella speranza che la limnologia viva a lungo.

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Al giorno d'oggi, infatti, laghi, stagni e paludi possono ancora essere studiati e sfruttati per far progredire la Scienza. Tali ecosistemi possono, infatti,essere utilizzati come sistemi modello per esperimenti di bio-manipolazione per la loro elevata diversità biologica, e, grazie alla disponibilità di serie di dati di lungo periodo, come sistemi modello per comprendere le loro risposte ai cambiamenti ambientali di origine sia naturale che antropica. Il significato che si è voluto dare a questo volume è stato quello di affrontare e sviluppare questi problemi, nel tentativo di ridare nuova linfa alla limnologia e quindi un posto di rilievo negli studi scientifici in generale.

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GHIACCIO, ACQUA E ARIA: NUOVI DATI PER CONOSCERE GLI IMPATTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SUL “CUORE FREDDO” DELLE ALPI LOMBARDE

I risultati del progetto pilota SHARE STELVIO, svolto nel triennio 2010-2013 saranno presentati a Milano in una conferenza stampa (http://www.flanet.org/79/share-stelvio) presso l’Università degli Studi di Milano, Sala di rappresentanza, via Festa del Perdono 7, 20122 Milano.

In questa occasione verrà distribuito il primo volume di una trilogia rivolta al grande pubblico per disseminare e divulgare i risultati delle ricerche scientifiche condotte all’interno del Parco e relative alle tre componenti chiave analizzate nel progetto: Acqua, Ghiaccio e Aria. Il titolo del volume è "Un mondo d’acqua in alta quota". Successivamente a questo primo volume, ne uscirà un secondo, atteso per l’inizio dell’estate 2014, dedicato ai ghiacci del Parco e concluderà la serie il volume dedicato alle ricerche atmosferiche svolte in siti di alta quota.

Questo materiale si propone di mettere a disposizione informazioni e dati aggiornati per conoscere meglio la risorsa idrica ed ambientale presente nella più estesa area protetta della regione con un linguaggio non puramente accademico, e auspicabilmente di aumentare la consapevolezza e l’attenzione a preservarla, portando benefici alle elevate altitudini senza contribuire alla loro degradazione.

75 anni di ricerche al CNR-ISE di Verbania

La sede di Verbania Pallanza dell'Istituto per lo Studio degli Ecosistemi è stata fondata nel 1938 come Istituto Italiano di Idrobiologia "Dott. Marco De Marchi", ad opera della vedova signora Rosa Curioni De Marchi che volendo onorare il marito Marco (noto appassionato naturalista di Milano) donò allo stato la splendida Villa ottocentesca di Pallanza sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, affinché diventasse sede di un centro di ricerca per studiare la fisica, la chimica e la biologia degli organismi delle acque interne. Si tratta di una delle più antiche stazioni limnologiche in tutta Europa, e con i suoi 75 anni di storia ha ospitato i più famosi ricercatori nei diversi settori di studi legati all'acqua. A seguito di una ampia ristrutturazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel 2001 la sede dell' Istituto Italiano di Idrobiologia diviene la sede di una rete di ricerca che comprende altri istituti con sedi a Firenze, Pisa e Sassari. Durante i 75 anni di attività, l'Istituto Italiano di Idrobiologia ha affrontato il fascismo, poi la seconda guerra mondiale, la ricostruzione post-bellica, il boom economico degli anni '60, la crisi degli anni '70 (con l’accorpamento all'interno del CNR) , fino alle nuove sfide del terzo millennio. Al giorno d'oggi la sede di Verbania conta circa una quarantina di persone, tra ricercatori, tecnici e personale amministrativo che si dedicano alla ricerca di base e applicata spaziando dall’ecologia delle acque dolci alla limnologia, dalla teoria ecologica agli studi sulle deposizioni atmosferiche, impegnandosi nel comprendere i problemi irrisolti legati all'antropizzazione e al cambiamento climatico. Dal 1938 al 1999 l'istituto pubblica la rivista internazionale "Memorie dell'Istituto Italiano di Idrobiologia". Dal 1999 la rivista prende il nome di "Journal of Limnology " (disponibile gratuitamente on-line) affermandosi tra le riviste più citate del settore.

Ricercatori di fama mondiale hanno diretto l'Istituto in questi 75 anni: durante la guerra Edgardo Baldi che fu in grado di mantenere attivo l'Istituto non solo garantendo i fondi necessari, ma anche invitando e nascondendo ricercatori che, a causa delle loro idee politiche, correvano il rischio di essere deportati. Diversi studi nella microbiologia, nella genetica, e nell'ecologia del plancton furono eseguiti durante o subito dopo gli eventi bellici. Ricordiamo Luigi Luca Cavalli-Sforza e il suo geniale maestro Adriano Buzzati Traverso, il quale con il supporto di Sir Ronald Fisher e di Joshua Lederberg riuscì ad ottenere risultati molto importanti sullo studio della ricombinazione batterica, e con l’utilizzo del batterio E. coli furono in grado di giungere ad un modello matematico precoce del crossing-over. Vittorio e Livia Pirocchi Tonolli diressero l'Istituto dopo la guerra, fino agli anni '70 e ’80 rispettivamente. Essi sono stati non solo registi brillanti di quel periodo, ma anche filantropi della scienza, investendo molti fondi personali a sostegno della ricerca presso l'Istituto. Anche in questo caso, diversi ricercatori di fama mondiale soggiornarono a lungo a Pallanza (che ha sempre offerto un ambiente produttivo, stimolante, ma anche divertente e di grande cordialità) sviluppando, passo dopo passo proprio nel piccolo borgo di Pallanza, quelle teorie che oggi sono alla base dell'ecologia moderna. Tra questi ricordiamo: Ramon Margalef, Richard Vollenweider, Harold Munro Fox, George Evelyn Hutchinson, Robert Wetzel, W.T Edmondson e molti altri.

Negli ultimi decenni l'Istituto ha affrontato la crisi generale delle stazioni limnologiche, che ha visto lo sviluppo di nuove linee di ricerca e la frammentazione di quelli tradizionali, ma è stato in grado di resistere ed è ora in grado di affrontare le nuove sfide nel campo dell' ecologia acquatica dall'alto dei suoi 75 anni di esperienza.

Nel 1990, un numero speciale delle” Memorie” riportava i lavori del Convegno organizzato per la celebrazione del 50° anniversario. In esso sono raccolti gli articoli dei più famosi limnologi ed ecologici . L'introduzione di Thomas Edmondson e Yvette è una lettura stupefacente, buon divertimento!