Le azioni COST: reti europee di ricercatori per la scienza e la tecnologia
L'iniziativa COST è nata nel 1971 come quadro intergovernativo di cooperazione europea nella ricerca scientifica e tecnologica. Il finanziamento COST avviene tramite progetti, detti 'azioni', della durata di quattro anni. Le azioni COST della Comunità Europea sono uno strumento di collaborazione trans-nazionale offerto ai ricercatori per aumentare le occasioni di scambio di informazioni, sinergia e coordinamento di attività di ricerca a livello comunitario, includendo anche paesi extra-comunitari come partner aggiuntivi.
Le azioni COST consentono ai ricercatori europei di sviluppare congiuntamente le proprie idee in qualsiasi campo della scienza e della tecnologia, su qualsiasi tematica. COST sostiene quindi ogni tipo di ricerca, anche ad alto rischio, su temi di ricerca innovativi ed emergenti, senza porre limiti e senza dare linee guida sulle priorità di ricerca. Le azioni COST hanno lo scopo di costituire reti di scienza e tecnologia attraverso una serie di strumenti di networking come workshop, conferenze, scuole di formazione, missioni scientifiche a breve termine (STSMs), e attività di divulgazione. Le azioni COST non finanziano la ricerca in sé, ma favoriscono le possibilità di scambio di informazioni tra ricercatori.
Gli obiettivi di ogni azione COST sono definiti e chiari, descritti in un protocollo d'intesa accettato da almeno cinque paesi membri della Comunità Europea.
I ricercatori della sede di Verbania del CNR IRSA sono al momento coinvolti in tre azioni COST: NETLAKE sull'osservazione dei laghi, NEREUS sui problemi legati alle acque reflue e DNAqua-Net sull'utilizzo di sequenze di DNA per il monitoraggio ambientale delle acque interne.
Coordinatore: Michela Rogora (CNR IRSA Verbania)
Sito web: https://www.dkit.ie/netlake
L'azione COST NETLAKE è stata lanciata nel 2012. Vi hanno aderito 23 paesi europei, inclusa l'Italia, più 3 istituzioni non COST (Stati Uniti, Nuova Zelanda e Australia).
L'obiettivo generale di NETLAKE è la creazione di un network di enti, ricercatori e siti, allo scopo di integrare il più possibile le conoscenze esistenti nel campo del monitoraggio dei laghi mediante sensori montati su boe o piattaforme galleggianti. Questi sistemi, ormai sempre più diffusi, permettono la raccolta di dati limnologici ad alta frequenza e la loro trasmissione in tempo reale attraverso sistemi web. I dati in questo modo vanno ad integrare quelli provenienti dal monitoraggio tradizionale (es. campionamenti mensili) e possono essere utilizzati da ricercatori ma anche da amministratori e cittadini. NETLAKE vuole infatti rappresentare una piattaforma di incontro e scambio tra ricercatori, gestori, amministratori pubblici, associazioni e cittadini interessati al monitoraggio dei laghi, con lo scopo ultimo di colmare il gap spesso esistente tra ricerca, gestione e comunità locali.
Tra i siti italiani inclusi nell'azione vi sono il Lago Maggiore e il Lago d'Orta, gestiti dal CNR di Verbania, e il Lago di Tovel, gestito dalla Fondazione Edmund Mach di S. Michele all'Adige.
NETLAKE ad oggi ha permesso di creare un meta-database di siti esistenti, un tool-box di protocolli standardizzati per la raccolta e l'analisi dei dati ad alta frequenza, oltre a una serie di casi di studio su argomenti di interesse applicativo e gestionale.
Uno specifico work-package di NETLAKE è dedicato alla "citizen-science" e alla divulgazione, in particolare attraverso il coinvolgimento delle scuole. Nell'estate 2016 è stata avviata un'attività di Citizen Science su oltre 25 laghi europei che vede coinvolti volontari di vari enti e associazioni. Lo scopo è misurare il tasso di decomposizione della sostanza organica in diverse zone e a diverse profondità nei laghi mediante il Tea Bag Index (https://nioo.knaw.nl/en/Netlake-Citizen-Science).
I volontari hanno partecipato inoltre alla raccolta di altri dati come la temperatura, il colore dell'acqua e la trasparenza, misurata mediante il Disco di Secchi.
Il progetto Europeo COST "Nereus" ha durata quadriennale e raccoglie enti di ricerca ed università da oltre 20 paesi al fine di sviluppare una rete multidisciplinare di esperti per determinare quale delle sfide correnti relative al riutilizzo delle acque reflue siano più impellenti in relazione alla tutela della salute pubblica e dell'ambiente, e come questi problemi possono essere superati.
Il Gruppo di Ecologia Microbica del CNR di Verbania è partner nella collaborazione e si occupa, insieme ad enti italiani ed internazionali, della definizione del rischio dovuto al rilascio in ambiente di batteri antibiotico resistenti attraverso le acque reflue. I ricercatori Gianluca Corno, Ester Eckert e Andrea Di Cesare sono coinvolti in diversi gruppi di studio, e l'attività svolta in questo senso a Verbania, in stretta collaborazione con Acqua Novara.VCO e nel quadro delle ricerche limnologiche CIPAIS sul Lago Maggiore, permetterà a breve di costruire un modello di propagazione e tracciamento dei batteri antibiotico resistenti nell'intero bacino del lago. Questo risultato renderà il bacino del Lago Maggiore, il primo bacino idrografico tracciato in questi termini al mondo, e sarà di eccezionale importanza nella definizione di limiti per la quantificazione di antibiotico resistenze a livello europeo.
Coordinatori: Angela Boggero e Diego Fontaneto (CNR IRSA Verbania)
Sito web: http://dnaqua.net/
DNAqua-Net è un'azione COST nata da poco; ha appena concluso la fase di negoziazione durante la quale 26 paesi membri e 4 partner extra-europei hanno aderito al progetto. La prima riunione del comitato di gestione avrà luogo in ottobre a Brussels. L'idea dell'azione è quella di coordinare dal 2016 al 2020 tutti i ricercatori europei ed extra-europei interessati all'utilizzo di sequenze di DNA per ottimizzare il monitoraggio biologico dei corpi d'acqua.
Usare le sequenze di DNA degli organismi invece del lungo e dispendioso processo di identificazione morfologica degli organismi stessi porterebbe ad un notevole risparmio di tempo e denaro per le opere di monitoraggio in campo ambientale, producendo inoltre una mole di dati genetici da poter essere usata per ulteriori studi. Questo sistema, una volta reso omogeneo e standardizzato attraverso tutta l'Europa, rappresenterebbe un grande vantaggio economico, scientifico e tecnologico ad implementazione della Direttiva Quadro sulle Acque della Comunità Europea.