L'Italia intelligente
Presentazione del libro di Francesco Cassata:L'Italia intelligente : Adriano Buzzati-Traverso e il Laboratorio Internazionale dei Genetica e Biofisica (1962-69)
Adriano Buzzati-Traverso trascorse in Istituto gli anni compresi tra il 1943 e il 1949, dove nel 1948 creò e diresse una sezione staccata di genetica e biofisica per conto del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il progetto fallì poco dopo per un'improvvisa incomprensione tra l'allora direttore d'Istituto, Prof. Edgardo Baldi, e lo stesso Buzzati, ma, soprattutto, per una reale e insormontabile mancanza di fondi. Il Prof. Cassata dedica un intero capitolo alla permanenza di Buzzati a Verbania (pp 3-50), descrivendo, attraverso la citazione di alcune lettere scambiate tra Baldi e Buzzati, le vicende di quel periodo. Ma molto di più è stato detto durante l'incontro, intorno a Buzzati ed al ruolo che lo scienziato ebbe nell'intero mondo scientifico del suo tempo, dove spaziò con incarichi di grande livello, a testimoniare le rare doti di cui era portatore.
Quarta di copertina del libro:
Nella primavera del 1962, a Napoli, il Laboratorio Internazionale di Genetica e Biofisica (LIGB) iniziava le proprie attività. La costituzione del laboratorio rappresentava il coronamento di una battaglia decennale condotta dal suo fondatore, Adriano Buzzati-Traverso - fratello dello scrittore Dino - per rinnovare e modernizzare l'organizzazione della ricerca scientifica in Italia. In pochi anni, il LIGB raggiunse fama di livello internazionale, candidandosi a possibile sede del futuro laboratorio europeo di biologia molecolare. Ma qualcosa andò storto. Nel 1969, infatti, quando era ormai alle porte un accordo internazionale con l'Università di Berkeley per la costituzione a Napoli della prima scuola di dottorato in biologia molecolare in Italia, il laboratorio venne travolto da una profonda crisi, che vide significativamente affiancati, contro il comune avversario, da un lato alcuni settori dell'università e del CNR, ostili all'esperimento di Buzzati fin dagli esordi, e dall'altro una compagine di tecnici, ricercatori e borsisti, pronti a occupare il laboratorio e a scagliarsi contro la direzione, etichettando la biologia molecolare come «scienza borghese», «americana» e «reazionaria». Attraverso una ricerca basata su un'ampia e inedita base documentaria, Francesco Cassata racconta un caso esemplare che ha molto da dire all'Italia di oggi. Le vicende politico-istituzionali e la storia della scienza si intrecciano, portando alla luce una serie di questioni tra loro connesse: la nascita, nell'Europa della guerra fredda, dell'egemonia statunitense in campo scientifico; la cooperazione scientifica internazionale; la crisi del sistema universitario e l'organizzazione della ricerca nel nostro paese. Questioni nate nell'Italia del boom, un'Italia che, da quel momento in poi, troppo spesso ha sprecato il talento e il genio dei suoi cervelli, perdendo competitività e smettendo di scommettere sul proprio futuro.