Il BATTERIOPLANCTON è costituito dai batteri presenti nelle acque come singole celle liberamente flottanti o adesi a particelle di detrito.


I batteri eterotrofi sono i più abbondanti nella maggior parte degli ambienti acquatici e sono in generale saprofiti, cioè si nutrono di sostanze organiche morte (detrito organico). I batteri eterotrofi non sono capaci di introdurre particelle di cibo nella loro cellula ma sono osmotrofi, cioè incorporano molecole organiche che ottengono dalle particelle organiche per attacco chimico effettuato con esoenzimi. I batteri eterotrofi decompongono la sostanza organica in molecole relativamente piccole che poi ossidano anche completamente.Vengono così rimessi in ciclo le forme inorganiche degli elementi che costituiscono la materia vivente. Si attua in questo modo il processo di mineralizzazione della sostanza organica senza il quale sul fondo dei laghi si accumulerebbe rapidamente un grande strato di materia organica e di organismi morti.
In condizioni di eccesso di sostanza organica la mineralizzazione non si può realizzare completamente perché viene rapidamente consumato l'ossigeno disponibile. Il lago diventa allora anossico, prendono il sopravvento ceppi di batteri anaerobi (capaci di vivere senza ossigeno), la sostanza organica viene demolita con processi non ossidativi che producono gas (metano, idrogeno solforato) incompatibili con la vita di molti organismi.
Esistono anche, in particolari ambienti, dei batteri autotrofi (batteri purpurei) capaci di fotosintesi ma in assenza di ossigeno (anaerobiosi). Possono essere così numerosi da tingere di rosa le acque dove vivono.
Sono invece piuttosto comuni, particolarmente in acque oligotrofe, i cianobatteri non coloniali che sono alghe primitive ma capaci di effettuare la fotosintesi.Pur essendo di poco più grandi dei batteri eterotrofi, insieme a questi ultimi costituiscono il picoplancton (cellule tra 0,2 e 2 µm).

 

epiµ.gif (29340 byte) La distinzione tra picoplancton eterotrofo (batteri saprofiti) e picoplancton autotrofo (cianobatteri) è possibile utilizzando il microscopio ad epifluorescenza.

Con questo strumento le cellule in esame vengono illuminate da sopra con luce violetta-blu. In questa luce i particolari pigmenti fotosintetici dei cianobatteri emettono una fluorescenza gialla arancio che li rende visibili mentre i batteri eterotrofi (non fluorescenti) rimangono invisibili. Ma anche i batteri eterotrofi possono essere resi fluorescenti trattandoli con coloranti opportuni (per esempio arancio di acridina) che si legano al DNA batterico.
Le componenti autotrofa ed eterotrofa del picoplancton possono così essere differenziate e misurate separatamente.