L'ecologia microbica acquatica oggi.
Ci sono due domande alle quali l'ecologia microbica acquatica deve rispondere per poter costruire o verificare modelli interpretativi su come un certo ecosistema sta funzionando e su come migliorarne il funzionamento:
1. Importanza quantitativa dei microrganismi per
lecosistema acquatico:
si valuta con stime di biomassa, affrontate con diverse tecniche,
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il numero di organismi presente in un volume definito di campione viene determinato con conteggi al microscopio e il loro volume (biovolume) viene misurato con programmi di analisi dell'immagine. Utilizzando fattori di conversione ottenuti empiricamente si calcola poi la biomassa a partire dai biovolumi misurati. |
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utilizzando dei filtri di opportuna porosità si separano gli organismi delle diverse classi dimensionali. La massa dei principali elementi (C, N, O, H) contenuta in essi viene poi misurata con appositi strumenti |
L'analisi elementale: la sostanza organica prodotta dagli organismi viventi è costituita prevalentemente da atomi di Carbonio (C), Idrogeno (H) e Azoto (N). Se una quantità nota di sostanza organica viene bruciata in condizioni controllate, gli elementi che la costituiscono si combinano con l'ossigeno generando dei gas: ossidi di N, CO2 e vapore di H2o. Dalla misura della quantità dei diversi gas prodotti durante la combustione è possibile risalire, con opportune tarature, alla massa di ciascun elemento presente nel campione.
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Analizzatore automatico di C. H
e N: |
2. Le attività e le funzioni dei microrganismi acquatici
nellambito delle dimensioni microscopiche si trovano gli organismi che garantiscono le due attività fondamentali connesse con lesistenza della vita:
=> produzione di sostanza organica a partire da materia inorganica
=> suo utilizzo da parte degli eterotrofi, che culmina, dopo innumerevoli trasformazioni, con la mineralizzazione della sostanza organica.Schema della struttura dimensionale e funzionale del plancton:
Clicca qui per vedere il ciclo delle attività delle catena alimentare microbica
Come si misurano i trasferimenti di materia nella catena alimentare microbica
Per la produzione primaria algale e la produzione batterica: metodo dei traccianti marcati
L'attività fotosintetica algale fa sì che, dopo una serie complessa di reazioni biochimiche che avvengono all'interno della cellula, singoli atomi di carbonio (C) di molecole inorganiche si uniscano a formare molecole organiche. Per misurare la produzione algale si aggiunge ad un campione d'acqua una quantità nota di molecole inorganiche nelle quali l'atomo C è costituito da un isotopo radioattivo di questo elemento, cioè un tracciante marcato. Assumendo che le cellule algali non discriminino tra isotopo stabile e isotopo radioattivo, esse utilizzeranno, per sintetizzare nuove molecole organiche, quantità proporzionali dei due isotopi. La quantità di isotopo radioattivo nelle cellule algali si può misurare con precisione e sensibilità assai maggiori rispetto all'isotopo non radioattivo. Perciò, conoscendo la proporzione nel campione in esame tra C stabile e C radioattivo, misurando quanto di quest'ultimo è andato a finire nelle cellule algali nel corso di un certo periodo di incubazione si può risalire al C totale utilizzato dalle alghe per costruire nuova sostanza organica.
Anche la produzione batterica si può misurare con traccianti marcati. Si usano però molecole marcate di basi o amminoacidi che i batteri utilizzano nella costruzione di DNA o proteine.
Questi metodi presentano tuttavia molti difetti e producono risultati spesso poco attendibili e incerti per l'elevato numero di variabili capaci di influenzare il sistema di misura, per le modeste concentrazioni di sostanze in gioco e per l'elevata eterogeneità dei sistemi naturali.Per la mineralizzazione (decomposizione) batterica: misura del substrato consumato o di un qualche catabolita prodotto.
Le tecniche e gli strumenti per la microanalisi, sempre più sensibili ed affidabili, consentono di stimare l'attività batterica misurando il consumo, in un campione posto ad incubare per un certo tempo, di sostanza organica attuato dai batteri o la quantità di CO2 che deriva dalla sua ossidazione batterica. E' probabile che questi metodi evolveranno fino a poter essere utilizzati, in un prossimo futuro, anche per misure di routine.Per l'attività dei protozoi: misura del numero di alghe o batteri ingeriti utilizzando cellule marcate (con colorante fluorescente) e successiva visualizzazzione con microscopio ad epifluorescenza.
E' possibile, utilizzando speciali coloranti, produrre cellule batteriche e cellule algali con fluorescenza verde. Tali cellule, aggiunte ad un campione con protozoi, sono ingerite allo stesso modo delle cellule non colorate. Successivamente possono essere visualizzate all'interno dei vacuoli dei protozoi e, dal loro conteggio in tempi successivi, si può ottenere una stima del tasso di ingestione del singolo protozoo. Se si vuole calcolare il tasso di ingestione giornaliero della comunità (senza analizzare in dettaglio le singole specie) si contano le cellule totali e quelle marcate, al tempo iniziale e finale dell'esperimento e, applicando un semplice modello, si risale al numero totale di batteri ingeriti, tenendo conto anche della potenziale crescita delle cellule non ingerite. In questo ultimo caso bisogna però verificare che tipo di possibili consumatori di batteri o alghe sono presenti nel campione ed eventualmente escludere cladoceri e rotiferi con una prefiltrazione, in modo da avere nel campione soltanto protozoi (flagellati e ciliati).Un esempio di come funziona quest'ultima tecnica:
Cellula di ciliato colorata con DAPI vista al microscopio ad epifluorescenza con eccitazione nell'UV La stessa ma con eccitazione nel Blu, che evidenzia la fluorescenza delle cellule di picoplancton all'interno del ciliato
Riassumendo:
è a livello microscopico che è contenuta la maggior quantità di energia chimica e che si esplica la maggior attività metabolica di un lago.
se il bilancio tra produzione e decomposizione microbiche è in pareggio il lago funziona correttamente. In caso di iperproduzione si ha accumulo di sostanza organica e un progressivo deterioramento dell'ambiente durante la rimozione dell'eccesso (consumo eccessivo di ossigeno => anossia, formazione di prodotti catabolici incompatibili con alcune forme di vita).
Quale è il significato di quanto detto per un ecosistema reale?
Consideriamo il bacino imbrifero del Lago Maggiore che, con una superficie di circa 6500
km2, è un gigantesco raccoglitore di sostanza organica che affluisce al lago:
Il bilancio tra entrate e uscite di sostanza organica nel Lago Maggiore è riassunto in questo grafico:
Come si vede il bilancio entrate-uscite del lago non è quasi mai in pareggio ma oscilla attorno a un punto di equilibrio che è pesantemente influenzato dai microrganismi e dalle loro attività di produzione e consumo della sostanza organica.
Ci sfugge ancora il meccanismo di regolazione fine dell'ecosistema lago, anche se è sempre più evidente che per approfondirne la conoscenza bisogna indagare a livello microscopico e biochimico. In altre parole bisogna vedere il lago in un'ottica che tenga sempre più conto dei microganismi e delle trasformazioni ambientali che essi possono attuare. |