I microrganismi nelle acque: prime scoperte e primi studi
I microrganismi, diffusi in tutta la biosfera, sono abbondantissimi anche negli ambienti acquatici.
Tuttavia, per secoli la percezione del mondo acquatico è rimasta limitata dalla capacità di visione dell'occhio umano e dalle dimensioni delle maglie delle reti da pesca. Questo mosaico tunisino del IV sec. d.C. illustra bene il concetto: erano noti e ben descritti soltanto gli organismi con dimensioni tali da essere trattenuti dalle reti Gli ambienti acquatici sono stati difficili da conoscere per l'uomo, animale aereo, che per esplorarli ha bisogno di tecnologie per penetrare nelle acque e estrarre ciò che esse contengono. |
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In altre parole le conoscenze che l'uomo ha del mondo acquatico
dipendono dagli strumenti di indagine e di analisi dei quali dispone.
Questi sono andati sviluppandosi nei secoli e con il progredire delle tecniche di
rivelazione e misura di ciò che è disperso nelle acque, l'uomo si è fatta un'idea
sempre più chiara e dettagliata degli ecosistemi acquatici.
E' difficile stabilire chi per primo ha scoperto l'esistenza di forme di vita microscopiche nelle acque. Certamente il primo che ne ha osservate e descritte un gran numero è stato A. Leeuwenhoek (1632 - 1723). Questo studioso, utilizzando microscopi semplici (cioè dotati di una sola lente) simili a quello illustrato, ha computo una enorme quantità di osservazioni ed ha descritto per la prima volta crostacei microscopici, protozoi, rotiferi, alghe e batteri.
Le prime incisioni raffiguranti un organismo acquatico che, almeno nei suoi stadi larvali, è microscopico sono state pubblicate nel 1669 da Swammerdam. Si tratta di un crostaceo abitatore comune delle acque dolci: la Daphnia.
L'evoluzione dei microscopi composti ( il primo sarebbe stato costruito
dall'olandese Jannsen nel 1595) procede dal '600 all' '800, quando i miglioramenti nella
produzione di lenti ne decretano la superiorità sui microscopi semplici. Per chi fosse
interessato alla storia dei microscopi c'è un sito dedicato ad essa
molto ben fatto e ricco di illustrazioni:
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Il problema della visione dei microrganismi acquatici viene risolto con l'introduzione del microscopio già nel 17° secolo. Bisogna invece attendere il 1845 per avere un dispositivo per concentrare i microrganismi acquatici. In quell'anno infatti, J. Muller per primo costruisce ed utilizza una rete conica in stoffa a trama molto fitta che per "pescare" particelle ed organismi (il plancton), con dimensioni attorno al centinaio di micron, che vivono sospesi nelle acque.
Per tutto il resto del secolo il plancton di mari e laghi viene catturato con reti
simili a questa e studiato. Intanto migliora la tecnica di produzione delle reti da
plancton.
Nel 1904 il primo limnologo, F.A. Forel, illustra la tecnica di
campionamento ed elenca le reti da plancton disponibili suddivise per dimensioni delle
maglie.
Gli organismi del plancton che si catturano con reti di questo tipo possono essere:
Il confine tra macroscopico e microscopico ha, quindi, un valore essenzialmente operativo: non è una linea di demarcazione netta e definitiva. |
Nel 19° secolo, inoltre, nasce e si sviluppa la microbiologia, cioè lo studio dei batteri propriamente detti
si dimostra la connessione causale tra presenza di microrganismi e | { |
trasformazioni chimiche (fermentazione, Pasteur) | } |
avanzano la microbiologia industriale e medica |
insorgenza di malattie (Koch) |
nelle acque: