La Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque [Gazzetta ufficiale L 327, 22.12.2000].
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Tra le varie attività richieste dalla Direttiva agli Stati Membri dell'UE, vi è anche l'impegno a riportare, per quanto possibile, la qualità delle acque ad un buono stato ambientale. L'impossibilità tecnica ad ottenere questo risultato per alcuni corpi d'acqua deve essere comunque documentata.
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Per ottenere questo risultato, è prevista la seguente procedura:
- Classificare i laghi in classi omogenee, definite tipi (types).
- Identificare per ciascun tipo uno o più ambienti di riferimento poco disturbati dall'attività umana.
- Valutare quanto ogni lago si discosti dall'ambiente di riferimento scelto per il suo tipo (cioè definire il suo stato ambientale).
- Valutare gli interventi necessari per riportare ciascun lago ad un buono stato ecologico.
- Attuare tali interventi.
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LIMNO in quanto banca dati può contribuire sostanzialmente ai primi tre punti.
- Per definire lo stato ambientale dei laghi occorre un'attività di monitoraggio (a carico delle ARPA) i cui risultati potrebbero confluire in LIMNO .
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In questo modo LIMNO in quanto GIS e modello della risposta del lago può contribuire al quarto punto.
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Il contributo di LIMNO alla classificazione dei laghi italiani
La Direttiva Quadro sulle Acque propone due metodi alternativi (Sistema A e Sistemi B) per la suddivisione degli ambienti lacustri in tipi omogenei.
Il sistema di classificazione scelto deve essere applicato tanto ai laghi naturali quanto ai corpi idrici artificiali o fortemente modificati.
Con il Sistema A si individuano i tipi in base a valori predefiniti delle seguenti variabili ambientali (descrittori):
- Ecoregioni (per l'Italia: "Alpi" e "Italia")
- Altitudine del lago
- Profondità media del lago
- Area del lago
- Geologia dominante nel bacino imbrifero
E' possibile, utilizzando le informazioni contenute nella banca dati di LIMNO, applicare il Sistema A ai laghi italiani.
In questo modo si ottengono ben 33 tipi, 27 dei quali rappresentati da 5 laghi o ancora meno.
Evidentemente questo metodo non si adatta alla realtà italiana.
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Il Sistema B permette invece di scegliere tra i parametri obbligatori sopra citati e tra ulteriorie fattori opzionali, quelli ritenuti più importanti per classificare i laghi,
al fine di costruire tipi realmente omogenei ed adatti alla realtà del Paese.
Per proporre una classificazione secondo il Sistema B occorre avere un quadro complessivo delle caratteristiche morfometriche e chimiche dei laghi italiani.
La banca dati di LIMNO permette di ottenere tutte le informazioni necessarie per costruire una classificazione Secondo il Sistema B.
E' stata quindi costruita una classificazione dei laghi italiani secondo il Sistema B, costituita da 13 tipi.
Sono stati utilizzati i seguenti fattori:
- Conducibilità (fattore opzionale): permette di separare i laghi salmastri da quelli di acqua dolce. Dal momento che in questa lista non consideriamo le lagune costiere, l'unico lago salmastro risulta quello di Pergusa
- Posizione geografica (fattore obbligatorio): è stata utilizzata solo la latitudine, in quanto suddivisioni basate sulla longitudine non sono risultate utili ai fini classificatori. In questo modo si è suddiviso il territorio in due grandi aree geografiche, separate dal 44° parallelo.
si è suddiviso il territorio italiano in due grandi aree geografiche, separate dal 44° parallelo: Nord e Centro/Sud/Isole.
Il motivo di tale distinzione è di carattere climatico, e va ad incidere sulla temperatura delle acque del lago e sul suo regimne di rimescolamento (rimescolamento "freddo" o "caldo").
In ciascuna delle due aree sono state operate ulteriori suddivisioni, utilizzando altri fattori:
- Italia settentrionale: in quest'area sono state utilzzate:
- Quota: separando i laghi di pianura da quelli di montagna collocati oltre 800 m s.l.m.
- Composizione geologica dominante del substrato del bacino imbrifero: silcea o calcarea.
- Superficie e profondità massima del lago: per distinguere i grandi laghi profondi dai piccoli laghi subalpini, a loro volta suddivisi sulla base della profondità media superiore o inferiore a 15 metri.
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- Italia centro-meridionale e insulare: in quest'area sono stati utilizzati i seguenti fattori:
- Origine del lago: per distinguere i laghi vulcanici che hanno un bacino imbrifero poco più grande del lago stesso.
- Quota: separando i laghi di pianura da quelli di montagna collocati oltre 800 m s.l.m.
- Composizione geologica dominante del substrato del bacino imbrifero: silcea o calcarea.
- Profondità massima: superiore o inferiore a 15 metri.
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